Primo giorno. Roma l'antica.
Assodato che a Roma il problema non è pranzare, ma fare colazione senza sembrare degli idioti - la linea di confine tra due caffè con brioches commoventi a 5 euro e due avanzi di cornetto con acqua sporca a 12 può essere molto sottile - dunque consiglio di scegliere un bar che mantiene le promesse e non abbandonarlo più, come un amico leale - la prima tappa del primo giorno è stato il PALATINO. Abbiamo approfittato del biglietto cumulativo del Parco archeologico del Colosseo. Il Palatino presenta una ricca quantità di rovine: pochi scherzi, è la fondazione romulea della cittá, su cui si sono sovrapposti re e poi imperatori. È esattamente il posto in cui avrei costruito il mio palazzo, se per dinastia o meriti ne avessi guadagnato il diritto; estremamente suggestivo, con il suo colore arancio arroccato sui fori e i pini marittimi di eleganza spropositata che si innalzano tra le nobili macerie, sempre al posto giusto. Tutto questo regala una gradevole sensazione di maestosità, di stratificazione, di Storia, ma è davvero difficile raccapezzarsi, tra guide, rari cartelli e mappe, riguardo alla natura delle singole pietre. Pare un’invenzione, che quello sia un palazzo, quella una palestra e quelle in fondo le terme, un po’ come accade con le macchie di Rorschach. E tu ti fidi. Se poi percorri Fori e Palatino in senso contrario a quello consigliato, tendi a prendere circhi per ville con gran facilità.
Prima di andare alle TERME DI CARACALLA è opportuno informarsi in
base alla giornata: organizzano frequentemente visite guidate gratuite. Gli
archeologi sono estremamente più convincenti dei libri nell’attribuire un
passato a un sasso, e sottraggono allo spettatore la fatica dell’attenzione al
percorso, lasciandogli la possibilità di immaginare e fantasticare. Pare che in
tutte le terme della città il calidarium, destinato ai bagni caldi, sia il più
rovinato. Qui, per lunghi anni, ci hanno pervicacemente rappresentato sopra delle
opere, con tremende conseguenze per la conservazione del settore. Più
riconoscibili, invece, sono il tepidarium, il frigidarium e la natatio, con gli spogliatoi e le palestre decorate.
Indecifrabili le biblioteche greca e romana, separate da cisterne di
alimentazione delle terme, ormai completamente coperte d’erba.
E dunque corsa al COLOSSEO. Mi sentivo più consapevole della precedente visita, da bambina, in cui, guardando le gallerie sotterranee che sostituivano il pavimento dell’arena crollato nei secoli, mi chiedevo in cosa consistessero, i combattimenti tra gladiatori, a rincorrersi in quel labirinto simile alle siepi delle Ville Venete. In ogni caso, il più grande anfiteatro del mondo rimane un dovere di ogni turista.
La giornata è finita confondendo il Belli col Trilussa, dunque sbagliando ponte
e finendo per ripiegare sulla pizzeria intitolata a un altro imperatore.
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